In Ciò che oso pensare Julian Huxley - primo Direttore dell'UNESCO, membro fondatore del WWF e fratello maggiore di Aldous Huxley (autore dei celebri romanzi Il Mondo nuovo e L'isola) - rivela la sua personale filosofia che porta il nome di Umanesimo scientifico. Secondo il biologo e genetista inglese, l'essere umano sarebbe pieno di "difetti di fabbrica", che peggiorano considerevolmente la qualità della sua esistenza; uno su tutti: la morte. Ma una soluzione a questa fastidiosa pecca c'è, e si trova nell'eugenetica, una disciplina nata alla fine dell'Ottocento che, applicando anche sull'uomo i metodi di selezione usati per piante e animali, si prefigge non solo di combattere l'altrimenti inevitabile degenerazione della razza umana, ma di migliorare l'esistenza delle generazioni future tramite l'intervento della scienza supportata da un'assoluta razionalità. L'illimitata fiducia che il celebre biologo riponeva nelle possibilità della scienza, e il suo progetto visionario di metterla completamente a servizio della vita umana è davvero curioso, audace, per quei tempi sicuramente folle. Si può e forse si deve dissentire dalle sue idee, ma bisogna conoscerle, perché sembrano rappresentare le fondamenta della componente più estrema della corrente accelerazionista. Introduzione di Lorenzo Vitelli.