Fuori e contro la natura o fatalmente legati a essa? Distruggeremo il pianeta su cui siamo nati e cresciuti, o avremo la capacità di condurlo verso nuovi e stabili equilibri? Ricostruire l'origine delle dimensioni ecologiche dell'uomo non è soltanto un esercizio intellettuale ma può ispirare la ricerca di soluzioni concrete al problema che siamo riusciti a crearci in duecentomila anni sulla Terra. Come in un processo all'uomo, questo libro ripercorre - in chiave ecologica - le tappe dell'evoluzione e dello sviluppo culturale di Homo sapiens, dal Paleolitico alla svolta della Rivoluzione industriale e oltre, per saldare l'attualità dell'emergenza ambientale alla nostra preistoria. Come è nato l'opportunismo che ci fa vivere nei climi più inospitali e sfruttare le catene trofiche di ecosistemi tanto diversi? Quando abbiamo cominciato a trasformare la flora e a eliminare le faune? Come abbiamo sviluppato la capacità di costruire originali nicchie ecologiche per intrappolarvi noi stessi e le specie che abbiamo scelto di schiavizzare? Quali sono state le prime attività umane a lasciare il segno nell'atmosfera e a modificare il clima? Un viaggio negli straordinari archivi paleoclimatici, paleontologici, archeologici e genetici che la scienza moderna ha aperto, alla ricerca delle prime impronte antropiche sugli ecosistemi del pianeta e delle premesse che ci hanno portato allo sfruttamento insostenibile delle loro risorse, per comprendere come ha avuto origine questa "colpa".