La teoria attuale circa il funzionamento del corpo umano prevede che la respirazione mitocondriale riduca, dopo una serie di reazioni polienzimatiche, l'ossigeno biatomico in acqua, e che, invece, la fotosintesi nel cloroplasto ossidi l'acqua in ossigeno biatomico, componente della molecola del glucosio. Quest'ultima è considerata, in tutto il mondo, la più importante reazione chimica perché essa influisce sulla catena alimentare. Anche se questi due meccanismi sembrano complementari, non lo sono del tutto. Nel 1990 il Dr. Solís Herrera osservando l'alto contenuto di melanina della retina e intorno al nervo ottico, durante lo studio di patologie oculari, si domandò se tutta questa concentrazione di melanina avesse un senso. Dopo numerosi studi e osservazioni concluse che la presenza della melanina nel corpo umano potesse rappresentare l'equivalente, negli esseri umani, della clorofilla nelle piante. Inoltre, scoprì che la melanina oltre a possedere la proprietà di dissociare la molecola dell'acqua, similmente alla clorofilla, è in grado di risintetizzarla, una scoperta epocale che segnerà una pietra miliare nella storia del genere umano. Chiamò questa insospettata reazione "fotosintesi umana". La scoperta della proprietà intrinseca della melanina di ossidare l'acqua e ridurre l'ossigeno manda in frantumi un paradigma ampiamente diffuso Il corpo umano, infatti, è un organismo che possiede la capacità di sfruttare come sorgente di elettroni come fanno le piante.