Poetare e pensare sono alberi millenari che dimorano uno accanto all'altro, radicati nelle profondità della terra e protesi verso il cielo. In questa Corrispondenza il pensiero poetante di María Zambrano e la poesia pensante di José Lezama Lima si incontrano, in un dialogo incessante e fecondo. Segno di un'amicizia profondissima e vitale, di una comunità spirituale, di un'affinità elettiva, tesa verso quel cuore sorgente di immagini, centro e confine, voce di un logos altro, diverso, affrancatosi dal ricatto della ragione. María Zambrano vivrà in esilio, lontana dalla Spagna franchista, per molti anni. E il dolore lacerante dell'esilio sarà mitigato e riacceso dall'amore per Cuba, per la sua luce, per quelle radici, quella 'patria segreta' che le proveniva dalla poesia di José Lezama Lima, rimasto per tutta la vita all'Avana. Tradotta magistralmente da Alessandra Riccio, la Corrispondenza, per la prima volta in lingua italiana, resta uno dei momenti più alti, di conversazione, di dialogo, di «Amor de lonh», di reciprocità non equivalente, in cui poesia e pensiero, si ritrovano, si comprendono, si illuminano reciprocamente.