Coloro che si opposero alla barbarie del nazismo molto spesso sono caduti nell'oblio, forse ben più che non i loro crudeli avversari. Questo libro narra di un prete di campagna con aspirazioni letterarie, il bavarese Georg Moenius (1890-1953), che seppe lottare contro il nazismo e la sua ideologia con le armi a propria disposizione, in particolare un giornale cattolico pubblicato a Monaco fino al 1933, la "Allgemeine Rundschau". Come tanti altri, con la presa di potere di Hitler nella primavera del 1933 dovette fuggire; si recò in Svizzera, poi in Francia e finalmente negli Stati Uniti, dove condusse un'esistenza stentata, come milioni di altri profughi. A distanza di settant'anni dalla sua morte, questo volume è la prima biografia che sia mai apparsa su di lui. La storia di un intellettuale cattolico, un parroco di provincia, che si battè contro forze più grandi di lui, senza essere nato eroe. Rappresentante di un pensiero federale e parzialmente liberale, sostenitore di una idea di Europa legata alla romanitas come legame indissolubile tra civiltà greco-latina e cattolicesimo, Moenius seppe dialogare con figure come Friedrich W. Foerster, Henri Massis, Charles Maurras, Mario Bendiscioli, Hugo Ball e numerosi altri intellettuali conservatori ma anti-nazisti; allo stesso tempo allontanandosi da quei cattolici che anche in Germania, dopo il Concordato del 1933, cercarono di conciliare la propria fede con l'adesione al nazionalsocialismo. Il volume si conclude con l'unico scritto mai tradotto in italiano di Moenius - figura legata per tantissimi aspetti al nostro Paese e non solo a Roma - che rappresenta la migliore chiave d'accesso al suo pensiero.