Nelle pagine del libro l'autrice e giornalista Diana Wichtel narra la ricerca del padre, ebreo polacco di Varsavia, sfuggito all'Olocausto dopo essere saltato dal treno che lo stava portando al campo di sterminio di Treblinka. La ricerca del padre diventerà una vera ossessione che porterà l'autrice a rovistare negli archivi di mezzo mondo e a visitare i luoghi in cui sono vissuti suo padre e la numerosa famiglia, in gran parte sterminata negli anni dell'occupazione nazista. Diana Wichtel compie un viaggio introspettivo che delinea una profonda riflessione sul significato del trauma della perdita, sull'insistenza della memoria e, soprattutto, sulla fortissima risonanza dell'Olocausto anche nelle generazioni successive a quelle dei sopravvissuti. Un senso schiacciante che anche i discendenti delle vittime sono destinati a portarsi dentro in una dimensione che non conosce limiti di tempo e spazio.