Kenya, 1978. Nell'anno della morte del presidente Kenyatta, il «padre della patria» di etnia kikuyu, Wainaina ha sette anni e nella mente «un milione di corridoi». Da qui prende il via questo memoir di formazione che procede per ricordi e metafore immaginifiche, in cui Binyavanga racconta la sua storia e insieme quella, ingarbugliata e violenta, del continente. La sua non è l'Africa ingorda degli affamati e delle multinazionali ma un'Africa che vuole trarre forza dalla diversità: l'infanzia in Kenya, l'università in Sudafrica, i viaggi in Uganda e in Togo, gli scontri brutali tra etnie, le mode occidentali e i colori sgargianti, la confusione delle strade e dei mercati si alternano al tempo sospeso, segreto e provvidenziale della lettura.