Rimasto incolume nel terremoto del 28 dicembre 1908 di Reggio e Messina, Francesco Villari dallo scoppio della Prima guerra mondiale è al fronte, telegrafista del Genio comunicazioni. Il suo diario comincia con l'orrore dell'attacco con i gas, il 29 giugno 1916 sul San Michele. Lì "assiste a scene tremende, uomini che lottano tra loro per un pezzo di cotone imbevuto d'alcool, che fuggono senza poter trovare salvezza, che si contorcono impotenti, che aspettano la fine con gli occhi sgranati e una fotografia in mano, che si uccidono sbattendo la testa sui macigni del Carso per farla finita prima. Dopo nemmeno due ore, furono migliaia i morti".