Nell?anno di Pistoia capitale italiana della Cultura, una nuova biografia di una Pistoiese illustre. Una Italiana, una scrittrice come poche altre. «Raccogliermi l?anima e tenerla in fronte come la lampada dei minatori: nient?altro che una particolare attenzione, in virtù della quale le cose escono da un?ombra che le preserva, un?ombra fermentante, faticosa, bruta, l?ombra dell?attimo che precede una nascita, per entrare in un cerchio di chiarità». Delle cose la scrittrice Manzini cattura un?immagine frantumata e distorta, bislacca quanto il riflesso dello specchio. Però, come lo specchio, alle cose aggiunge un luccichio sepolto, dietro l?apparenza sorprende la realtà. La ricerca espressiva è ardimentosa. I libri procedono per approssimazioni, sospensioni e dilatazioni dell?intreccio; sperimentano la costruzione del racconto secondo angolature e piani diversi, il continuo spostamento del fuoco narrativo. «Certamente la Manzini», ha scritto Giacomo Debenedetti, «è riuscita e riesce a pronunciare parole che, fino all?attimo precedente, avevamo creduto impronunciabili. [...] In tal modo [...] ci può descrivere un visibile che anche noi dovremmo vedere, ma da soli non vedremmo mai».