Beppe e Mario sono due ragazzini con la passione per il calcio. Beppe gioca nelle giovanili dell'Alzano Virescit, Mario nella prestigiosa cantera dell'Atalanta. Beppe e Mario sono amici e si sfidano spesso sul rettangolo verde. Passano gli anni e Beppe finisce a giocare nei dilettanti, lascia il calcio e infine la naturale irrequietezza lo porta a laurearsi in filosofia. Mario invece ha dalla sua maggior talento e determinazione nello sfondare; è il capitano della primavera dell'Atalanta e una giovane promessa dalla nazionale, ma a discapito delle apparenze la sua non è una vita facile: in pochi anni ha perso la madre, il padre e il fratello e si è ritrovato da solo a prendersi cura della sorella Maria Carla, affetta da una grave disabilità. Beppe e Mario non si perdono mai veramente di vista, e quando il primo entra in seminario, il secondo va a trovarlo e i due si ritrovano a condividere inquietudini e dubbi, a parlare di fede e del senso della vita. Il 14 aprile 2012 accade l'inaspettato, durante la partita Pescara - Livorno, Mario si accascia al suolo e, nonostante la corsa in ospedale, muore a soli 25 anni. Il dolore di Beppe è enorme, e anche il mondo del calcio è sotto shock. È trascorso qualche anno, Beppe porta sempre il ricordo e l'esempio dell'amico nel cuore. La sua vita è cambiata, il Cammino di Santiago gli ha fatto comprendere che la sua vocazione non è il sacerdozio, gli ha donato Maria Paula e lo ha riportato sui campi da gioco, ad allenare ed educare i ragazzi.