«Le temperature sono scese fino a -45 gradi, e le raffiche di vento hanno raggiunto i 90 chilometri orari. È difficile da casa farsi un'idea di cosa siano queste condizioni. È stata una delle esperienze più dure e pericolose della mia carriera di alpinista professionista, e mi ha richiesto una forza fisica e mentale incredibile. Sono una persona normale e quindi ho molte paure. E ci sono voluti anni di esperienza per imparare a controllarle, e a rendermi conto che vanno accettate. Compreso il fatto che, in qualsiasi momento, tutto potrebbe finire. La paura è la miglior compagna della prudenza. Se prima mi paralizzava, oggi invece riesco a trasformarla in energia positiva.» Il 6 gennaio 2023, alle 9.30 del mattino, Alex Txikon ha raggiunto la vetta del Manaslu, 8163 metri, insieme a sei alpinisti nepalesi: la prima salita integrale realizzata completamente in inverno, in sessanta ore. Era il terzo tentativo, dopo due spedizioni che, per il maltempo e i carichi di neve eccessivi sulla montagna, si erano concluse prematuramente, lontano dalla vetta. Nel palmarès di Txikon ci sono undici Ottomila: Broad Peak (2003), Makalu e Cho Oyu (2004), Shisha Pangma due volte (2007 e 2009), Dhaulagiri e Manaslu due volte (2008 e 2023 in prima invernale integrale), Annapurna (2010), Gasherbrum I e II (2011), Lhotse (2013), Nanga Parbat (2016 prima invernale), oltre a innumerevoli altre vette e spedizioni. Ma per Alex Txikon la Montagna dello Spirito in inverno è stata un'esperienza fortissima, di un'intensità superiore a tutte le altre, perché l'ha messo di fronte ai suoi veri limiti, sia fisici sia mentali. In più di una occasione ha pensato che fosse giunto il suo momento e che non sarebbe riuscito a tornare a casa, ricavandone a posteriori una riflessione profonda e molto sentita sul legame indissolubile che esiste tra l'uomo, la montagna e la vita.