«Un giorno entrai in una libreria, e venni attratto da una pubblicazione; Bram Stoker, Dracula il Vampiro. Il titolare, un uomo basso e rubizzo, dai capelli candidi, notò il mio interesse per quella pubblicazione: "Se acquisterà Dracula, non si limiti a una lettura superficiale," suggerì. "Pensavo a una storia gotica," replicai. "Molti la ritengono tale, ma non è così." L'ospite si limitò ad aggiungere. "È una lettura intimista." "Quindi l'opera ha molti piani e scomparti segreti," osservai. "Se così fosse, beh! sarebbe unica nel suo genere." Nello svolgersi dei Diari non vi è una storia gotica. Dracula non è l'antieroe del Romanzo. Le storie dei Diari sono le chiavi del suo mistero. Definendone l'ombra, essi lo creano." [...] Da quell'incontro è trascorso mezzo secolo. [...] La complessità dei Diari, che tutti insieme originano l'ombra di Dracula, mi aveva preso al punto da spingermi a tentare di penetrarne l'enigma. Avevo un tratto in comune col giovane Abraham; una coincidenza da cui partire. Ero stato preda di un terribile buio e l'oralità della mia Lucania mi aveva permesso di superarlo, richiamandomi da una Non vita.»