Non sappiamo come fosse quel giorno del 1901, quando il vapore "Guardia Nacional" della Marina Militare salpò da Buenos Aires diretto verso sud, verso la Patagonia e la Terra del Fuoco, al comando c'era il tenente di vascello Ezequiel Guttero, un brillante ufficiale argentino. Sulla nave si erano imbarcati anche due personaggi piuttosto singolari, ma pronti ad affrontare l'avventura verso terre poco conosciute. Si trattava del cinquantatreenne Angelo Tommasi, pittore, e del trentaseienne Pietro Gori, avvocato e figura prestigiosa del movimento anarchico. Gori era fuggito in Argentina a seguito della repressione seguita ai moti del 1898. Era riuscito ad espatriare a Marsiglia e da qui si era imbarcato per l'America del Sud giungendo così a Buenos Aires. Nella capitale argentina per Gori era iniziata una nuova vita: niente più persecuzioni, ma una forte attività culturale e politica che lo porterà a far sentire la sua voce in molte città sudamericane attraverso una lunga serie di conferenze che diffusero il messaggio libertario, soprattutto fra gli emigranti italiani, ma anche in ceti sociali che erano pregiudizialmente contrari alle idee anarchiche e socialiste.