Parto da me, come fa capire la copertina, accarezzando l'illusione di essere stato al centro dell'attenzione dei miei, almeno per un momento. Penso che capiti a tutti. Poi però lo sguardo si allarga, e vado in cerca di questi "miei", inseguo i loro percorsi nell'Ottocento e nel Novecento, tra le vicende degli uomini, la fatica e il lavoro, due guerre mondiali, le emigrazioni, le dittature, il sogno di un mondo migliore; li ho cercati anche al di qua e al di là delle Alpi e dell'oceano, ho consultato foto, documenti, oggetti rimasti, ricordato testimonianze e racconti; a me capita di innamorarmi di queste cose, e dei sentimenti che provocano; ho inseguito le bottiglie che galleggiavano nel mare per leggere i messaggi che contenevano, pensando che fossero rivolti a me, per evitare che andassero perduti. Così divento una briciola nel gran mare della storia, ma remo con tanti per restare a galla. Ho goduto e sofferto con loro, soprattutto con i miei, cercando di raccogliere tutto quello che mi hanno lasciato in eredità, esempi, esperienze, insegnamenti; ho imparato, e continuo a farlo. E lascio questa mia eredità.