«Al termine del nostro primo incontro mi sono detto "quest'uomo lo avrei voluto conoscere prima, per condividere con lui più strade nella vita e nel lavoro". Non ho cambiato idea, non la cambierò mai. Se penso a Romano vedo quei suoi occhi, luminosi e buoni, che mi colpirono subito. Gli sguardi sono le finestre della nostra anima: puoi far scorrere le tende per un pò, oscurarti o nasconderti, ma non dura tanto. Gli occhi e gli sguardi rivelano sempre chi sei, profondamente.Romano non ha mai avuto bisogno di nascondersi. Né con me né con gli altri.» (dalla prefazione di Carlo Rivetti)