Antichista, archeologo, storico delle religioni, narratore prolifico, Vittorio Macchioro fu un intellettuale inquieto, dominato fino all'ossessione dall'anelito religioso e da un desiderio inappagato di consacrazione. La presente ricerca ha il merito di strappare a un lungo oblio la sua figura di studioso e di indagarne, attraverso stralci significativi dell'epistolario, la relazione tormentata con il giovane De Martino, a lui legato da vincoli familiari e da un discepolato che assunse i contorni di un'affiliazione sacra. Le due parabole esistenziali si allontanarono, per tornare a ricongiungersi idealmente nell'omaggio postumo che l'etnologo napoletano dedicò all'ex suocero, ricordandone in un commosso epitaffio gli importanti contributi e la singolarità dell'umano destino. L'opera segue con puntigliosità diacronica la biografia intellettuale di Macchioro e De Martino, ricostruendo con cura il contesto storico e sociale; l'analisi ermeneutica delle loro opere mostra come le diversità di vedute lascino di fatto spazio a una sorta di comune predestinazione, segnata dall'importanza ineludibile del pensiero religioso che gravò sempre sulla loro complessa avventura umana e culturale.