Il passaggio di consegne tra l'imperatore Carlo V e il figlio Filippo II comportò una serie di implicazioni innovative che coinvolsero l'amministrazione dei domini dinastici, in particolar modo quella dei territori italiani. Il saggio si sofferma sugli effetti empirici dell'egemonia ispanica: il rafforzamento dei legami personali di Filippo con i potentati della penisola, il decentramento governativo, la territorializzazione della monarchia, il consolidamento della confessione cattolica come elemento di stabilità interna, rappresentarono una serie di passaggi cruciali per una primigenia acquisizione identitaria da parte degli ancora frammentati territori italiani.