«Desideravo seguire la via che porta dalla confusione alla chiarezza, dall'ignoranza alla conoscenza, dalla sofferenza alla felicità e dalla schiavitù alla libertà.» Matthieu Ricard ha ventun anni quando nasce per la seconda volta a Darjeeling, in India, il 12 giugno del 1967. È in questo giorno, infatti, che il giovane francese incontra il suo primo e più importante maestro spirituale, Kangyur Rinpoche, e la sua vita cambia per sempre. Decide di lasciare tutto quello che aveva conosciuto fino a quel momento, un'esistenza agiata, una buona educazione, un futuro stabile, per immergersi completamente in un mondo lontano, fatto di silenzio, meditazione, preghiera, sacrificio e gioia. Inizia così il percorso che lo porterà a diventare uno dei monaci buddisti più conosciuti al mondo, un monaco "errante", nel senso originario del termine: dopo l'India, il suo viaggio proseguirà in Bhutan, Nepal, Tibet, perché quella di Matthieu è un'anima in perenne movimento, priva di attaccamento a luoghi o beni terreni, alla continua ricerca di una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza. In queste pagine, forse le più importanti di sempre per l'autore, che più che un'autobiografia le considera una "testimonianza di vita", Matthieu Ricard ripercorre i cinquant'anni trascorsi da quel giorno del 1967, ponendosi come intermediario tra il lettore e tutti i maestri che hanno illuminato il suo cammino spirituale verso il Bene, verso il rifiuto dell'individualismo nel nome dell'amore altruista, fino al senso più profondo del suo viaggiare: raccogliere luce per donare luce.