Nel 1954 Alejandra Pizarnik ha diciotto anni e ancora non sa che diventerà una delle più grandi poetesse argentine. Nei suoi diari annota pensieri, impressioni, dissezioni dei suoi legami affettivi e amorosi, si interroga sull'amicizia, sul desiderio, sulla ricerca contraddittoria di intensità e quiete. Primo dei tre volumi dell'edizione integrale, per la prima volta in italiano, Il ponte sognato è la cronaca lucida di un'interiorità alla costante ricerca di se stessa. Il lettore accompagnerà la giovane Alejandra da Buenos Aires a Parigi, assisterà ai suoi tentativi di scrittura e di autodefinizione, parteciperà alle sue speranze e ai suoi tormenti. Due pensieri ricorrenti si rivolgono a quel romanzo che non scriverà mai e al suicidio, sempre lì per compiersi quando il confronto con se stessa diventa impietoso. Il ponte sognato nasce nella sua piccola stanza, prima di figlia, poi di giovane indipendente a Parigi, mentre cerca un'identità la cui definizione verrà sempre rimandata. Nel segno di questa ricerca si chiude l'ultimo diario, del 1960. Alejandra ha 24 anni e non ha ancora capito chi è: «E ora devo iniziare di nuovo. Come se non fossi ancora nata».