Alberto Paolini racconta la sua storia, da quando, orfano, fa l'esperienza del collegio fino alla sua attuale residenza in casa famiglia, passando per quarantadue anni di manicomio. La descrizione della sua vita, dall'applicazione dell'elettroshock ai laboratori di scrittura al Santa Maria della Pietà di Roma, è in parte orale, rilasciata come testimonianza, e in gran parte scritta. Il suo rapporto con la scrittura, infatti, è di lunga data. Inizia a scrivere sui foglietti che recupera in manicomio, con grafia minuta, per poter risparmiare spazio e carta, e poter conservare le sue scritture in tasca. Infatti, alla persona ricoverata, dice, non è consentito tenere nulla, se non le cose che possono stare nelle tasche della giacca, dei calzoni. Dei pochi frammenti rimasti si propongono qui, nella seconda parte, diverse poesie e alcuni racconti brevi, corredati dalle immagini dei diversi tipi di scrittura propri dell'autore.