Nonostante generale Carlo Porro abbia ricoperto mansioni di importanza fondamentale nel Comando Supremo di Cadorna che gli consentivano di poter avere libera udienza col sovrano, di rappresentare l'esercito Italiano nelle conferenze interalleate e di rapportarsi direttamente col Capo del Governo, è caduto nell'oblio. Non ha ritenuto infatti di pubblicare la propria Memoria difensiva che scrisse subito dopo la divulgazione della Relazione finale della Commissione d'Inchiesta di Caporetto e lo fece per non alimentare le furiose polemiche contro il Comando Supremo e contro l'esercito in generale che scossero nel 1919 come non mai, e molto più che dopo Adua e Custoza, le fondamenta dell'istituzione militare italiana" (dalla Prefazione di Filippo Cappellano). La pubblicazione in questo volume della sua Memoria alla Commissione d'Inchiesta su Caporetto induce a rivedere certi atteggiamenti e giudizi del passato poco attinenti alla scienza storica. Prefazione di Filippo Cappellano.