In questo lungo racconto autobiografico Adolphe Nysenholc ricorda, con occhi e parole di bambino, la sua infanzia a Ganshoren (Bruxelles), a partire dal giorno in cui la mamma ebrea polacca, poco prima della deportazione ad Auschwitz, riesce ad affidarlo ad una coppia di fiamminghi. Scampato alla persecuzione, il piccolo Adolphe si inserisce in un mondo sconosciuto in attesa di un ritorno della madre che inspiegabilmente per lui è sempre rinviato fino a diventare impossibile. Un'infanzia nascosta e nell'ombra ma che gli permetterà la vita grazie alla generosità di Tanke e Nunkel che diverranno i suoi nuovi genitori e alla complicità di un vicinato impegnato a proteggerlo dalla ferocia della persecuzione nazista.