Attraverso la paziente e sempre dolorosa raccolta di interi epistolari e di un gran numero di "ultime lettere" dei caduti o dispersi sul fronte russo (di qui il titolo del libro), Nuto Revelli ridà voce a quei «sommersi» della storia che il silenzio delle fonti ufficiali si ostina, ovunque e da sempre, a soffocare. E che invece riemergono a dire, vivi e presenti nella loro quotidianità, i problemi e gli interrogativi di una condizione umana. Diecimila lettere, migliaia di uomini che parlano, che raccontano. Alcuni che dicono quasi tutto, disegnano l'arco completo della loro vita militare; altri, con testimonianze frammentarie, restituiscono poche pagine della loro esperienza. Pagine tutte ancora attuali, a oltre settant'anni da quel conflitto epocale, per testimoniare insieme, l'orrore, lo squallore della guerra e la cultura materiale di quei soldati contadini. Introduzione di Alessandro Portelli.