"E allora Aloj Neviden non stupisce quanto difficile risulti per l'autrice rievocare oggi il suo stato d'animo di allora. Sembra quasi che, prima ancora che scriverne, ella desideri riviverne con pudore la tragedia, come in una sorta di malinconico velo con cui coprire il dolore e la disperazione di una giovinezza rubata". (dalla prefazione del Magistrato e scrittore Paolo Itri)