I materiali qui raccolti (in numero di 190 fra lettere, biglietti e cartoline) offrono a studiosi e lettori un epistolario inedito sostanzialmente completo il quale dà la possibilità di affacciarsi su un periodo fra i meno conosciuti della biografia deleddiana. In queste lettere, infatti, si assiste a quella evoluzione che porta una giovinetta di provincia, dotata ma sognante e timida, a divenire la sola scrittrice italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel. Di tale periodo di formazione, che va dal 1892 al 1899, le lettere ad Andrea Pirodda rappresentano una sorta di "diario di viaggio". Un diario che fornisce notizie di prima mano sui fatti salienti della vita della scrittrice e del suo mondo mentre rivela al contempo cronologia e ragioni di future scelte tematiche e stilistiche operate in ambito narrativo. Queste carte svelano un lungo processo di "autoanalisi". Nello sterminato monologo che è la sua epistolografia, Deledda compie un'indagine approfondita su di sé. In questo spazio Grazia impara a conoscersi e insieme si costruisce, con uno scavo profondo, le fondamenta per la fabbrica dei suoi personaggi.