In un'Italia martoriata dai fenomeni criminali di tipo mafioso, molto spesso, e a buona ragione, ci si sofferma sulle storie delle vittime delle mafie. In questo libro, però, non leggerete nessun nome di perso- ne uccise dai fenomeni criminali di tipo mafioso o terroristico. In queste pagine, per la prima volta, troviamo i nomi di vittime della cosiddetta criminalità comune, con le loro storie, altrettanto drammatiche, altrettanto inaccettabili, altrettanto dolorose. Sono quelle di Paolino Avella e di sua madre Rosaria, di Salvatore Buglione e di sua figlia Anna, di Daniele Del Core (e del suo amico Loris Di Roberto) e di sua sorella Carmen, di Giuseppe Veropalumbo e di sua moglie Carmela e di sua figlia Ludovica, di Rita Ricciardelli e di sua figlia Vanessa e anche di un'antica storia di dolore, quella di Franco Furiati e di sua sorella Elena. Sono vicende, le loro, che costituiscono un pezzo di storia di questa Italia distratta. Sono storie dimenticate, soprattutto dallo Stato. Storie per le quali c'è ancora tempo per narrarle e per le protagoniste per resistere. In "C'è ancora tempo", Paolo Miggiano, restituisce la vita e la resistenza di madri a cui neanche la semantica riesce a dare significato alla loro condizione, di figlie diventate orfane troppo presto, di sorelle rimaste senza la possibilità di confidarsi con i fratelli, di mogli rese vedove in una notte di festa. Una lucida rievocazione della memoria come pretesto per parlare dei vivi, di chi è rimasto e resiste. Prefazione di Lorenzo Marone.