Da una stanza situata nel cuore di Tashkent, in Uzbekistan, Giorgio Messori resiste al disagio di una guerra invisibile scrivendo: del suo arrivo nella Città del pane e dei postini, del lavoro di insegnante, dei viaggi e degli incontri nelle città uzbeke e poi fra i laghi e le montagne kirghise. Primo, vero esordio di uno scrittore di talento allevato alla scuola di Gianni Celati e Luigi Ghirri, Nella città del pane e dei postini narra di un uomo che ha viaggiato a lungo nello spazio e nel tempo della propria memoria prima di incontrare la sua vera casa, «il grande cielo dell'Asia»: chi si abitua al cielo non contemplerà più confini; poiché la terra è come il mare, le montagne le sue onde.