Merezkovskij, spinto dalla nostalgia per la madre patria, scrisse le seguenti parole dai colli fiorentini dove studiava la Divina Commedia: «Oh terra straniera e familiare! Perché proprio qui più che in qualsiasi altro luogo sento che la nostalgia della patria è inestinguibile?». La vita di Dante che qui viene descritta negli aspetti più sconosciuti anche per il lettore più attento, trae fondamento dagli studi profondissimi che l'autore fece dell'intera opera dell'Alighieri, raccontandoci la quotidianità del sommo poeta e quella del suo tempo, delle persone che lo amarono e odiarono e che "riempirono", per così dire, la sua esistenza. Il racconto della vita di Dante e del suo tempo inizia, ritorna e ruota intorno alla Commedia: tutto è in essa contenuto e ogni cosa rappresentata trae origine dalle terzine eterne. Merezkovskij è pervaso di quel sentimento poetico che porta spesso chi ama un autore e la sua opera maggiore a scorgere anche nei passaggi più chiari e semplici le risonanze delle intenzioni più recondite. In questo modo egli tratteggia la figura di Beatrice, di Virgilio, dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso con una penna intrisa di desiderio di trasmettere al lettore non solo il suo stesso amore per Dante ma con la volontà di far conoscere la quotidianità del Duecento perché anche noi possiamo apprezzarne e tratteggiarne un quadro per comprendere appieno l'Opera del Divino Poeta.