Lo sfondo di leggeri tratti a matita, foto sfocate in bianco e nero, pellicole sgranate accompagna il fútbol di Oscar Massei tra i campetti di periferia a Rio Cuarto nella sterminata Pampa argentina, le rigogliose anse del Paranà a Rosario, i suggestivi scorci del Duomo di Milano, le rinascimentali sagome nella romantica nebbia di Ferrara. Quei fotogrammi prendono colore sfiorati dai chiassosi e selvaggi tifosi nei leggendari stadi argentini, dalla poetica danza sull'erba di Pontoni, Pedernera e Di Stefano, dagli sfrontati e geniali tocchi di Omar Sívori, dai maliziosi consigli dell'epico Giuseppe Meazza, dall'attrattivo magnetismo di Angelo Moratti, dalla magia dei derby con il Milan attorno alle spirali di San Siro, dal drammatico infortunio al ginocchio, dalla scaltra fermezza del presidentissimo Paolo Mazza. Un'armonica sinfonia suonata dal Paradiso all'inferno e ritorno, dove la grandezza interiore dell'uomo nei suoi più intimi valori viene elevata a simbolo di normalità e rispetto, correttezza e gioco, palla e campo, goal e nostalgia.