Lea ha consegnato a queste pagine il racconto vivo della sua giovinezza, trascorsa durante gli anni più terribili della Seconda guerra mondiale, dalla fine del 1942 all'estate del 1944. Colpisce la matura consapevolezza della ragazza, che nell'incipit del diario esplicita il senso attribuito al suo sforzo narrativo: l'auspicio di Lea è che "possa il ricordo illuminarmi colla sua luce il cammino anche quando il dono della gioventù sarà ormai svanito per sempre". (Dalla Prefazione di Daniela Belliti). Sono fermate, in queste pagine ingiallite dal tempo, piccole storie che intersecano la grande Storia. Credo di essere stata la prima persona, da allora, ad aver aperto e letto quel diario che ho trascritto non soltanto con la devozione di figlia, ma anche con l'atteggiamento di chi trova un documento storico unico e decide di consegnarlo alla memoria della collettività. (Dall'introduzione di Susanna Daniele).