Grande comunicatore alla pari forse di Gianni Agnelli, suo punto di riferimento sin da giovane, tanto da raccontare (anche se non era vero) che teneva la sua foto nello studio; mosso dalla voglia di vincere sempre, anche ricorrendo a qualche fallaccio di troppo, e ossessionato dal desiderio di piacere; imprenditore di successo, miliardario, proprietario di reti televisive, case editrici, giornali, squadre di calcio, palazzi e quant'altro; abile nel vendere se stesso e le sue idee (talvolta anche buone), legatissimo ai sondaggi che a un certo punto ha cominciato a volere per qualsiasi cosa; e grande tombeur des femmes, anche a costo di perdere il buon senso: Silvio Berlusconi sa essere creativo, fantasioso, imprevedibile, perfezionista. Racconta con facilità barzellette e bugie con il sorriso tra le labbra, pensa in grande. Soprattutto, ha sostanzialmente cambiato il modo di fare e di raccontare la politica nel nostro Paese. È senza dubbio una figura centrale degli ultimi trent'anni. «Solo Napoleone ha fatto più di me», ebbe a dire lui stesso per motivare la sua centralità nell'Italia dopo la Prima Repubblica. Ed è una figura sulla quale è senz'altro opportuno interrogarsi anche oggi, all'indomani delle elezioni politiche che hanno riportato il suo partito, Forza Italia, a occupare un posto di rilievo nella formazione del nuovo governo a guida di Giorgia Meloni. Dopo aver raccontato le vite di personaggi chiave e controversi della storia italiana come Gianni Agnelli e Indro Montanelli, Alberto e Giancarlo Mazzuca scrivono ora la storia di Silvio Berlusconi: una biografia approfondita, senza veli, attuale più che mai. Mostrandone le debolezze e i punti di forza, attraverso una fitta documentazione e le testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino, tracciano il ritratto definitivo del Cavaliere che, nel bene e nel male, ha cambiato il volto dell'Italia.