Nel 1982, un profetico e pragmatico Mauro Mellini riesuma il caso di Costanza Vaccari Diotallevi, la pornofotografa che diede scandalo nello Stato pontificio del 1862 con i suoi scatti osceni, e ne scrive il pamphlet storico Eminenza, la "pentita" ha parlato. Era un anno prima del caso Tortora e l'ex Radicale comincia già le sue riflessioni contro quello che definì "lo sciagurato e disinvolto ritorno al sistema dei pentiti". Si ribadiscono le sue tesi storiche, lucide e di un'attualità sconcertante, sul tritacarne di una certa giustizia malata affidata unicamente alle rivelazioni, vere o presunte, di centinaia di "collaboratori". Da Tortora, ai Buscetta di turno, passando per la caccia alle streghe delle Br, fino ad arrivare alle chiare menzogne - riconosciute su più livelli - dei quattro dibattimenti sulla strage di Via D'Amelio, si alza forte in questo libro il grido di condanna verso un fenomeno che ha finito per intossicare buona parte dei processi e ha portato lontana la scoperta di una già di per sé fragile verità.