In questo libro non succede nessuna vicenda importante. Vengono descritti l'ambiente emotivo, i suoni, i colori, gli odori e le immagini di un preciso momento della storia del quartiere Corea della città di Livorno nell'anno 1974. È un diario del 1974: sono solo pensieri staccati, raccontati nella vita coreana di una casalinga che vive con semplicità, ironia e a volte rabbia la sua famiglia e la sua casa, che gira le botteghe di Corea e incontra e chiacchiera con le amiche, mentre i bimbi sono i padroni dei cortili e delle vie. Infatti la Corea è incontrare e incontrarsi. È fatta di gesti e di parole. È un posto camminato o corso quando sono i bimbi. Ha un paesaggio sonoro fatto di grida e di parole che salgono dalle strade ed entrano ed escono dalle finestre delle case. Rari i motori delle auto e dei motorini. E ha un paesaggio odoroso che si incontra ogni volta che sali le scale di casa o passi davanti alle botteghe.