«Io non ho creato il fascismo. L'ho tratto dall'inconscio degli italiani» (Benito Mussolini). Perché, a settantasette anni dalla morte, Mussolini non muore? Un'inchiesta giornalistica basata su fatti storici e cronache attualissime, un'indagine sull'Italia di ieri e di oggi per comprendere fino in fondo la persistenza di un mito cucito addosso agli italiani perché in fondo a loro somiglia: quello di Mussolini. Un fenomeno che nasconde e disvela ragioni profonde con cui fare lucidamente i conti, tanto più ora che una guerra ha rioccupato l'Europa, che le accuse di opposti fascismi e nazismi rimbalzano ovunque, mentre la globalizzazione mostra derive e spalanca paure, e movimenti e gruppi prima marginali attaccano frontalmente organizzazioni e istituzioni o si mescolano a chi si candida a governarle. Perché Mussolini è diventato mainstream? Perché si tenta a più riprese di ripristinare da Nord a Sud la «toponomastica originaria», ovvero quella fascista? Perché sui social anche chi è nato sul crinale del nuovo millennio occhieggia al Ventennio e ne condivide la retorica e i simboli? Quali sono i motivi di questa eterna fascinazione, di questo fantasma che invece di svanire pare prendere sempre corpo? Insomma, perché, settantasette anni dopo la Liberazione, di Mussolini non ci si vuole o non ci si può liberare? "Sempre lui" è un'indagine senza sconti, senza conformismi e senza partigianerie sulle ragioni di un'inossidabile presenza.