Il Novecento, secolo "di ferro e di fuoco", riletto attraverso la vita straordinaria e al contempo normale di Gustavo Trombetti: comunista, partigiano e cooperatore. Nato nelle campagne bolognesi il 12 ottobre 1905, il giovane Gustavo fu lucido testimone della presa di potere del fascismo a Bologna; emigrò quindi a Parigi dove collaborò con Pajetta, Longo e altri fuoriusciti. Al suo rientro fu condannato a dieci anni di reclusione da scontare a Turi: qui conobbe Antonio Gramsci, di cui fu compagno di cella, amico e sostegno nelle sofferenze fisiche della prigionia. È grazie a un espediente ideato da Gramsci e attuato da Gustavo se i "Quaderni del carcere" sono arrivati sino a noi. Dopo la lotta antifascista fu tra i fondatori della Camst, la più importante cooperativa di ristorazione del nostro Paese. Morì a Bologna il 27 aprile 1991 poche settimane dopo che, a Rimini, il XX congresso aveva decretato la fine del più importante partito comunista occidentale. Un libro che ripercorre i momenti salienti della vita di un anti-eroe, un protagonista invisibile della storia nazionale.