Regno Unito, 1837. Alla morte dello zio Guglielmo IV, Vittoria sale al trono. Ha solo 18 anni e ancora non sa che è destinata a regnare fino al 1901 - il suo regno, di ben 63 anni, sarà il secondo più lungo di tutta la storia britannica, superato solo dalla sua trisnipote Elisabetta II, e prenderà il nome di epoca vittoriana. Nel 1840 Vittoria sposa il cugino di primo grado, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, e per i successivi vent'anni i due sono inseparabili. Quando Alberto muore, nel 1861, il dolore opprimente porta Vittoria a ritirarsi quasi del tutto dalla vita pubblica per diversi anni. La percezione di una mancanza rispetto ai doveri pubblici, unita alle voci sulla relazione con il suo cameriere scozzese, John Brown, le valgono crescenti critiche. Riportata alla ribalta da Benjamin Disraeli, riprende con vigore gli impegni politici fino alla morte, avvenuta nel 1901. Attingendo dai diari della regina Vittoria, la biografia di Elizabeth Longford, ormai divenuta un classico, rievoca i contrasti e le curiosità di un'epoca passata, riuscendo a mostrare la regina, oltre l'effigie severa e consumata dal tempo, quale donna in carne e ossa che si innervosiva, amava e aveva paura.