C'è stato un tempo in Italia in cui essere comunista voleva dire far vivere un sogno. Questo libro racconta quel tempo e quel sogno. Un tempo che non c'è più e un sogno - di libertà, riscatto e giustizia civile - che aveva la forza di modificare la realtà. Poteva per esempio trasformare una casetta di campagna in una scuola per contadini, dove si leggeva ad alta voce Gramsci perché uniti si era più forti che da soli. Oppure poteva fare di una piccola libreria di quartiere il punto di incontro tra giovani che volevano cambiare il mondo e insegnanti che volevano cambiare la scuola: non tutti erano comunisti, ma tutti erano spinti dallo stesso vento verso qualcosa di nuovo. Raccontando la storia di Ferdinando, della sua famiglia, dei suoi amici, questo libro racconta un'Italia che non c'è più. Non per nostalgia, ma per continuare a far vivere il sogno, quel sogno che ha iniziato a spegnersi con l'assassinio di Aldo Moro e che è finito con la morte di Enrico Berlinguer. La speranza è che qualcuno, tra queste pagine, intraveda l'Italia che poteva essere e che non c'è stata. E poi, volgendo di nuovo lo sguardo al futuro, ricominci a sognare di costruire un'Italia giusta, che non c'è ancora.