Il ragazzo di "Una tazza di polvere", dopo quasi quarant'anni di scuola trascorsi come insegnante, va in pensione. Nostalgia, memorie, ansia per il futuro, sono le voci di un dizionario da compilare settimana dopo settimana combattendo contro le lusinghe dell'ozio. Per sfuggire alle tenaglie del tempo e per opporre alla sua potenza qualcosa che sia un po' di più di una cocciuta volontà di resistenza, il protagonista rievoca non solo il suo passato "professionale", ma anche la storia, tragicomica, del proprio corpo su cui è costretto a leggere i segni inevitabili del logoramento. Il tempo sembra soffiare sulle giornate come un vento furioso, a volte invece le addolcisce come una brezza delicata. In mezzo alle folate c'è un uomo avviato alla vecchiaia, con la testa di un eterno adolescente, che lotta per non essere travolto, per continuare a far sentire la sua voce.