Per la prima volta Julia Kristeva, linguista, psicoanalista e scrittrice considerata tra i massimi intellettuali del nostro tempo, svela in questa conversazione, che di fatto si traduce in un'autobiografia, i risvolti più intimi della sua vita. Tre quarti di secolo, vissuti sempre sulla breccia, in un continuo corpo a corpo con le vertigini identitarie dell'esilio e dell'amore. L'infanzia in Bulgaria; la guerra, il comunismo e il suo crollo; poi, da ragazza, l'arrivo a Parigi con una borsa di studio, i contatti subito intensi con gli ambienti intellettuali francesi più innovativi; gli anni sessanta e le effervescenze di Saint-Germain-des-Prés; la giovane bellezza accentuata dai tratti slavi; gli zigomi alti, lo sguardo penetrante, il sorriso largo, l'eleganza innata di ogni movenza. Tutti caratteri che, trascolorando, accompagneranno le sue esperienze di donna, di amante, di sposa, di madre. Il libro ci invita a seguirla nel cuore profondo delle parole che scandiscono la sua vicenda biografica e, insieme ad essa, quella di un intero continente alle prese con i suoi passaggi storici cruciali.