Tra la ristrettezza mentale, la corruzione e le tensioni sociali del neonato Regno d'Italia e la Belle époque parigina, tra la Grande guerra, i rivolgimenti europei e l'ascesa del fascismo e del nazismo, Gabriele d'Annunzio ha trascorso l'esistenza creando e alimentando il suo mito. Dagli amori esagerati alla ferocia dei discorsi pubblici, dai capolavori letterari all'impresa di Fiume, dalla corrispondenza col Duce fino all'esilio del Vittoriale, Lucy Hughes-Hallett rende giustizia a un personaggio complesso e contraddittorio, straordinariamente dotato come artista, carismatico, capace di amare in modo tenero e smodato ma spesso sgradevole, estremo, razzista. Il fascino esercitato dal poeta Vate su intere generazioni di italiani è reso nelle pagine di questa biografia, in cui l'autrice non si lascia ammaliare dall'eroismo del protagonista né cede a facili disapprovazioni, demandando ogni giudizio al lettore. Il ritmo della narrazione segue quello frenetico della vita dello scrittore, andando avanti e indietro nello spazio e nel tempo. Questo libro resta dalla sua prima pubblicazione una importante ed esaustiva biografia dannunziana, conducendoci in un viaggio a ritroso tra storia, politica, letteratura e cultura.