«Un galantuomo» anzi «il più galantuomo che io abbia mai avuto l'onore di conoscere». «Straordinario», un autentico «istrione», capace di incantare e catturare con «un carisma fuori del comune». «Le sue parole erano pietre, subito divenute testate d'angolo». «Era unico, capace di coniugare conoscenza, comunicazione, costante tensione alla perfezione», oltre che «un motivatore straordinario» capace di infondere «entusiasmo» nei suoi collaboratori. «Riservatissimo ma con la capacità di coinvolgere e soprattutto di ascoltare». «Leggeva tutto, con estrema attenzione, e valutava, non con 'burbanzosa' severità, ma con una precisione illuminante e un'onestà che lasciava ognuno, anche chi più era stato criticato, comunque pieno di fiducia, quella che sempre si guadagna nel ricevere una lezione profonda e disinteressata». Sono soltanto alcune delle notazioni riguardo alla sua personalità e al suo carattere, al suo stile: quelle su cui tutti non possono non convenire con convinzione e che, non solo nell'occasione della sua scomparsa, sono state affermate e ribadite.