Tra il 1954 e il 1955, Giovannino Guareschi, allora direttore del "Candido", trascorse tredici mesi in carcere a Parma: dopo aver pubblicato sul suo giornale due lettere attribuite ad Alcide De Gasperi fu condannato per diffamazione a causa del duro commento che le accompagnava. Convinto di aver subito un torto perché non gli era stata data la possibilità di difendersi, Giovannino decise di non presentare appello e di scontare la pena. Al carcere seguirono poi sei mesi di arresti domiciliari. Questo libro è lo straordinario racconto di uno dei momenti più controversi della vita di un grande autore e polemista del Novecento. Una testimonianza preziosa - arricchita da numerose illustrazioni nel testo e nell'inserto a colori - raccolta ed elaborata attraverso numerose fonti, molte delle quali inedite: le memorie familiari e degli amici e collaboratori; il memoriale del maresciallo delle guardie carcerarie Mario Pellegrinotti, diventato amico dell'illustre prigioniero; le migliaia di lettere e cartoline spedite dai lettori e soprattutto gli scambi epistolari di Guareschi, tra cui in particolare le lettere inviate alla moglie Ennia - la Vedova Provvisoria - e la corrispondenza relativa alla stesura della sceneggiatura del film Don Camillo e l'onorevole Peppone, in cui si ritrova tutta la vivacità e l'inventiva del miglior Guareschi. Prefazione di Giovanni Lugaresi.