L'ingegnere Guido Gavazzi, che da monaco assumerà il nome di Egidio, proveniva da una famiglia della ricca industria milanese dei primi del Novecento. Il padre di Guido, Luigi, aveva sposato Andreina, figlia di Anna Kuliscioff, che a Milano era chiamata "la dottora dei poveri" e di Andrea Costa, uomo politico, considerato uno dei fondatori del socialismo in Italia. Andreina Costa era una donna dal temperamento diverso da quello della madre, ma certamente da Anna aveva ricevuto una educazione non convenzionale e una grande sensibilità verso i poveri. La biografia dell'abate Egidio Gavazzi, ha quindi come sfondo epocale l'euforia liberalista, in cui il grande sviluppo industriale aveva segnato il divario tra i ricchi di beni e di potere e i poveri di beni e di diritti. E tra le voci che si alzavano in difesa dei poveri c'erano le voci di Andrea Costa e di Filippo Turati, personalità che la madre di Guido conosceva e frequentava. Il libro, con uno stile meditativo e attento ai dettagli storici, ripercorre le tappe della vita dell'abate Gavazzi, giovane laureato in ingegneria e a capo di trecento operai, che sceglie la radicalità della vita monastica, una scelta non facile, ma in sintonia con un contesto sociale che esprimeva inquietudine, forza ideale e tensioni politiche di grande spessore.