Vengono dal nulla, quando il sangue nobile era tutto o quasi. Il primo a farsi luce è Francesco Pizzardi sul finire del Settecento. Traffica con l'esercito di Napoleone, diventando fornitore di vettovaglie. Con i quattrini compera una miriade di poderi a basso costo, ex proprietà ecclesiastiche o nobiliari. I suoi figli proseguono l'espansione realizzando una specie di regno terriero nella pianura fra Bologna, Bentivoglio e Castel Maggiore che fondano e battezzano ex novo. Il Papa, sovrano dello stato pontificio, nobilita il loro sangue, e li fa marchesi. Luigi Pizzardi, patriota, industriale, proprietario terriero, è il primo sindaco della città dopo l'annessione al Regno d'Italia. Vittorio Emanuele II lo nomina senatore. La potenza della stirpe è al culmine. Ma i suoi quattro figli intraprendono strade diverse: qualcuno si perde in follie, qualcun altro nella follia. È un mezzo naufragio. Il solo Carlo Alberto Pizzardi resta al timone dell'impresa. Riporta in auge l'impero di famiglia, stabilendo la sua capitale a Bentivoglio dove restaura il castello, costruisce palazzi fra cui l'ospedale, bonifica paludi, è padrone di tutto, escluso solo il municipio. Ma alla fine, ultimo esponente del casato, compie una scelta clamorosa, della quale i bolognesi gli sono ancora grati.