Una storia straordinaria di solidarietà politica e sociale dell'«altra Italia». Il timoniere anarchico Salvatore Moscato per sfuggire alle persecuzioni fasciste vive in esilio in Francia e - con navi francesi, inglesi, spagnole - trasporta armi al popolo spagnolo, insorto per difendere la libertà della Repubblica aggredita dalle orde franchiste e nazifasciste. Le spie fasciste, delle quali sveliamo l'identità, lo controllano assiduamente e ne segnalano la pericolosa attività sovversiva svolta all'estero. Dopo la sconfitta della «Spagna rossa», Moscato è arrestato dalla polizia tedesca che gli sequestra i pochi soldi che ha e lo consegna alla polizia italiana. La Commissione Provinciale per l'assegnazione al Confino di Reggio Calabria lo assegna per cinque anni al confino a Ventotene, dove conosce Sandro Pertini, Mauro Scoccimarro, Umberto Terracini, con i quali stabilisce rapporti di amicizia e di solidarietà umana e politica. Il libro, attraverso il materiale inedito conservato all'Archivio Centrale di Stato, ricostruisce le tappe della vita di Salvatore Moscato, calabrese di nascita, cilentano di adozione, nato a Pellaro il 21 dicembre 1906 e morto ad Ascea il 23 aprile 1989.