La storia di Teodora si svolge in un piccolo paese di montagna nei primi anni dell'Ottocento. Fin da bambina vuole diventare una levatrice proprio come sua madre. In una sera d'autunno, conosce Santo Bona dei Chinet di Fullin di Tambre, ad un filò in una stalla. Per lui, che è solo e disperato, lei diventa un dono di Dio, come dice il suo stesso nome, e lo sarà in seguito per le donne che aiuterà nel mettere al mondo i loro bambini. Dopo essersi sposata realizza il sogno e diventa una levatrice. Va da un angolo all'altro del paese, ma anche in luoghi lontani ed impervi, come i villaggi cimbri sepolti nella neve dei terribili inverni all'interno della foresta del Cansiglio. Non si ferma nemmeno quando è incinta o ha partorito da poco. Lei e Santo hanno dieci figli: vivono fino alla morte, avvenuta in tarda età, nella grande casa a Fullin: casa che esiste ancora ai nostri giorni nell'alto paese circondato dai monti. Affrontano la terribile carestia, dovuta alla piccola glaciazione, ricordata come "l'an de la fan" o l'anno senza sole. Con il diminutivo del suo nome, Dora, verranno chiamati i suoi discendenti e tali sono ancora. Con foto storiche.