Il carteggio tra Gabriele d'Annunzio e Mario Buccellati, ha un titolo molto efficace: "Vorrei un gioiello strano". La citazione dannunziana ben riassume il rapporto di Gabriele con l'arte orafa e con "Mastro Paragon Coppella", il suo orafo: l'oggetto prezioso realizzato da Buccellati doveva essere sempre e necessariamente "strano" perché metafora della sua arte.