In ogni periodo dell'epopea di Roma antica, dagli albori al crollo finale, grandi generali hanno scritto pagine memorabili e avvincenti, pur con intenti e motivazioni diverse. Così, nella prima fase della repubblica troviamo personaggi disinteressati, consacrati alla maggior gloria della loro patria, come Furio Camillo, Fabio Massimo, Scipione l'Africano. Nell'epoca delle guerre civili, figure come Mario, Silla, Pompeo e Cesare, pur contribuendo in ampia misura all'espansione del mondo romano, agiscono principalmente sulla spinta dell'ambizione personale. Con l'impero, i grandi generali, spesso gli stessi imperatori, sono sì mossi dalla brama di potere, ma si considerano anche gli individui della provvidenza, i più adatti dapprima a espandere, come Germanico o Traiano, poi a difendere i confini di Roma, come Settimio Severo e Costantino. Dopo il primo imperatore cristiano inizia una nuova fase, con imperatori sempre più inetti e un esercito sempre più barbarizzato. I nuovi condottieri sono imagistri militum , romani di scuola barbarica, come Ezio e Oreste, mezzosangue, come Stilicone, o addirittura barbari, come Ricimero e Odoacre. Costoro instaurano delle vere e proprie dittature militari, dando luogo al più straordinario dei paradossi che contraddistinguono l'epoca della caduta dell'impero romano d'Occidente: un barbaro a capo e a difesa di un impero assediato da barbari. I grandi generali di Roma antica dall'età repubblicana a Costantino: Furio Camillo; Fabio Massimo e Claudio Marcello; Scipione l'africano; Scipione emiliano; Mario; Silla; Lucullo; Pompeo; Crasso; Giulio Cesare; Marco Antonio; Agrippa; Tiberio; Druso; Germanico; Tito; Traiano; Marco Aurelio; Settimio Severo; Aureliano; Costantino Gli ultimi condottieri di Roma:; Arbogaste; Stilicone; Costanzo; Ezio; Ricimero; Odoacre.