«Ogni cosa si muta, nulla si annichila. Qualunque sia il punto di questa sera che aspetto, se la mutazione è vera, io che sono nella notte, aspetto il giorno». Fu bruciato come «eretico». Ma le riflessioni, le battaglie, le inaudite scoperte di Giordano Bruno andavano molto al di là delle sanguinose diatribe religiose che nel XVI secolo squassavano l'Europa. Il filosofo di Nola esplorava non solo i cieli infiniti, ma la società, l'animo delle persone, la forza inaudita dell'amore che muove il mondo, perché «non vi è servo che non provenga da antichi re, non vi è re che non provenga da antichi servi». Costretto a fuggire lontano, il Nolano diede battaglia per le sue idee a Parigi, a Londra, a Francoforte, destreggiandosi fra sovrani, università e persino teatri. Poi, al ritorno in patria, fu rinchiuso in cella e arso sul rogo a Campo de' Fiori. È utile conoscere la sua vita per capire la sua morte; esplorare il mondo di allora, attraverso pagine ricche di pensieri, di avventure e di documenti. Alla fine l'uomo fu condannato, oltre che al rogo, all'eterno oblio. Ma il lettore scoprirà che furono i ragazzi di tutta Europa a resuscitarlo.