«Mia cara Marzia», «Marzietta», «Mia tenera amica», «Mia dolce amica» e addirittura «Mie viscere»: iniziano quasi tutte così le 106 lettere che Ugo Foscolo scrisse a Marzia Martinengo Cesaresco, contessa bresciana che ospitò nel suo salotto letterario il poeta, del quale divenne amante. Lettere intense che testimoniano la passione di Foscolo per la bellissima Marzia, ma anche le tante amicizie del poeta con letterati, politici e nobili bresciani che da anni, contro Venezia, avevano scelto Napoleone Bonaparte. Nel 1816 Foscolo, dopo essersi rifugiato a Milano per sfuggire alla polizia austriaca, scrisse all'amico Silvio Pellico di distruggere i 17 plichi contenenti tutte le sue carte: in essi vi erano anche le lettere scritte dall'amata Marzia. Si narra che la nobildonna, invece, tenesse il cofanetto con le missive del poeta sempre accanto alla poltrona su cui, ormai anziana, trascorreva gran parte della giornata.